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SEO funnel, come integrare la SEO nelle fasi del funnel di marketing

Due parole: SEO e funnel. Due concetti strategici che spesso si incontrano ma che si parlano meno di quanto dovrebbero.

Da un lato, siamo abituati a pensare alla SEO come un’attività che riguarda solo una fase del funnel, in particolare quella dell’awareness (o al massimo dell’interest). Insomma, roba da TOFU — top of the funnel — per portare traffico e visibilità.

Dall’altro lato, però, c’è un approccio più strutturato: usare la SEO non solo per attirare l’attenzione, ma per accompagnare l’utente in tutte le fasi del funnel, dalla scoperta alla decisione.

E questo significa organizzare la strategia SEO in modo coerente con il percorso dell’utente: con una keyword strategy (e una content strategy) costruita per rispondere a bisogni diversi, in momenti diversi.

Per spiegarla in modo semplice, esistono due approcci:

  1. la SEO come parte di un funnel più ampio.
  2. la SEO come strategia strutturata secondo le logiche del funnel (awareness, interest, desire, action).

In questo articolo ti parlo di entrambi. Perché se vuoi che la SEO porti risultati veri — e non solo visite — è da questo che devi iniziare.

La SEO dentro il funnel: una strategia TOFU

In un funnel la SEO occupa (quasi sempre) una o due fasi precise, che già accennavamo prima. Sono le fasi di awareness e interest, dette anche TOFU – ovvero il top of the funnel.

Perché proprio queste? Facile: la SEO è una delle principali strategie dell’inbound marketing — quel tipo di marketing che non interrompe le persone con messaggi promozionali, ma le attira fornendo contenuti utili, risposte, soluzioni.

👉 In pratica, non vado a cercare il mio cliente; ma creo contenuti così pertinenti che sarà lui a cercare me.

Del resto, lo scopo della SEO è esattamente questo no? Intercetta le ricerche degli utenti anche se ancora non ti conoscono, anche se ancora non sanno che hai un prodotto o servizio da offrire. Posizionando il sito su determinate keyword, di fatto rispondi a un problema o dubbio con una guida, un’informazione chiara, una bella pagina web.

È così che l’utente entra in contatto con il tuo sito.

Ecco perché, nel funnel, la SEO ha il suo bel posticino. E non è affatto secondario: è da lì che tutto comincia. Così, però, la SEO serve soltanto a portare traffico

Il funnel dentro la SEO: una keyword per ogni fase

Parlare di una keyword per ogni fase del funnel è, ovviamente, una semplificazione. Ma è una semplificazione utile, perché permette di ragionare su un principio chiave: ogni keyword porta con sé un intento. E quell’intento – informativo, navigazionale o transazionale – ci dice in che punto del percorso si trova l’utente.

Una strategia SEO solida non dovrebbe puntare solo sulle keyword con più volume, ma costruire un piano che copra intenti diversi, in modo da intercettare persone in fasi diverse del funnel.

L’obiettivo – insomma – non è riempire il sito di contenuti, ma creare contenuti che servano a qualcosa: attirare, spiegare, convincere. E l’intento di ricerca è la bussola che aiuta a farlo con coerenza.

Qui sotto un esempio pratico, basato sullo schema AIDA.

Conclusione

La SEO non è (solo) traffico. È strategia, progettazione, visione di insieme.
In un funnel di marketing ben costruito, ogni contenuto dovrebbe avere un ruolo: farsi trovare, farsi capire, farsi scegliere.

Lavorare con la SEO in ottica funnel significa smettere di inseguire numeri e iniziare a guidare percorsi. Significa guardare all’intento dietro le parole, e non soltanto alle keyword.

E se c’è un momento giusto per iniziare a farlo, è questo.
Perché una visita che non porta da nessuna parte è un’occasione sprecata.

Lavoriamo alla tua strategia?


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